BlueEconomy: Il magazine disegnato da noi presentato al Senato

Un settimanale dedicato all’economia del mare in Italia. “Blue Economy Magazine“, la nuova pubblicazione di Blue Media, la società editrice del Secolo XIX, è stata presentata ieri al Senato a Roma. Il magazine vuole dare voce a un settore economico che rappresenta il 10,2% del Pil italiano, ha un giro d’affari di oltre 47 miliardi di euro all’anno e dà lavoro a un milione di persone. Eppure, l’economia del mare raramente trova spazio nei media e non rappresenta un argomento frequente nel dibattito pubblico italiano. Blue Economy Magazine, che esce il lunedì in formato cartaceo insieme al Secolo XIX, vuole colmare questo vuoto. La versione online oggi trova spazio all’interno del sito www.ilsecoloxix. it , ed è aggiornata quotidianamente.

L’economia del mare comprende i comparti più diversi dell’economia: trasporto di merci e passeggeri, crociere, pesca, attività portuali e retroportuali, difesa, politiche comunitarie, logistica, turismo, energia, estrazioni minerarie. Di tutto questo parla il nuovo settimanale. Ma il progetto di Blue Media ha una portata ancora più ampia e non riguarda soltanto il magazine. L’editore del Secolo XIX organizzerà un roadshow nei 18 porti italiani per discutere dei temi appunto della blue economy. Il giornale avrà un ruolo da protagonista anche all’interno della Genoa Shipping Week organizzata da Assagenti il prossimo ottobre. E a marzo del 2026, al padiglione Jean Nouvel sul nuovo waterfront genovese, si terrà la prima edizione del Best (Blue Economy Summit and Trade), l’expo internazionale dell’economia del mare.

All’evento in Senato erano presenti fra gli altri il ministro della Protezione civile e del Mare, Nello Musumeci e il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi . «Sono qui per esprimere gratitudine, con animo sincero, perché oggi c’è bisogno di dare voce ad un settore, quello dell’economia blu, che la voce non ce l’ha», ha detto il ministro Musumeci. «Di blue economy – gli ha fatto eco il viceministro Rixi – si parla troppo poco. Non è ancora entrata nella coscienza comune». Per Rixi «mancano professionalità orientate al mare. I giovani devono guardare a questo settore. Tutti i diplomati al Nautico trovano lavoro». «Per
troppo tempo – ha detto a sua volta il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci – la gente ha ignorato la blue economy. Se chiudessimo tutti i porti, in 15 giorni non avremmo più l’economia. L’Italia è un molo enorme sul Mediterraneo.

Questo significa avere un’importanza geopolitica». «Il nostro paese – ha detto l’amministratore delegato di Blue Media, Simone Gardella – è senza dubbio tra i protagonisti europei nell’ambito della blue economy, ma il suo ruolo e la sua incisività possono e devono crescere ulteriormente. E siamo tutti consapevoli che la comunicazione debba svolgere un ruolo essenziale. Di blue economy si parla in maniera frammentata, senza una logica di sistema e senza far pesare in maniera adeguata le richieste dell’Italia in sede europea».

Alla presentazione a Roma erano presenti anche il direttore generale di Blue Media, Maurizio Introna, il direttore responsabile del Secolo XIXMichele Brambilla, e il responsabile del magazine, Francesco Ferrari . Riguardo alla necessità di costruire una cultura del mare più diffusa, il ministro Musumeci ha osservato: «Come struttura ministeriale abbiamo commissionato all’Istituto Demopolis, un sondaggio sul rapporto tra gli italiani e il mare. Il 60% degli intervistati, un campione di 3. 000 persone in Italia, dice di non ritenere l’Italia un paese marinaro. Un dato davvero disarmante che deve invitare a riflettere». «Il magazine del Secolo XIX – ha concluso il comandante generale delle Capitanerie di Porto, Nicola Carlone – dà finalmente voce alla blue economy ed è, per noi addetti, un importante strumento di lavoro. È un’iniziativa che accogliamo con entusiasmo perché, ne sono certo, aiuterà l’economia marittima a essere divulgata e percepita nella sua reale importanza».